Un trauma rappresenta un evento di rottura, di separazione tra un tempo antecedente ed uno successivo all’evento traumatico. Si può nettamente distinguere “un prima” in cui la persona viveva nell’integrità della propria vita mentale ed un “dopo”; vi è dunque un interruzione del continuum temporale.
Quasi ognuno di noi ha vissuto, nel corso della propria vita intra o extra-uterina sia che ne abbia ricordo o meno, un evento di forte paura. Talvolta capita nel grembo materno, altre volte in epoca infantile ed oltre, fino a giungere all’età adulta. Può non necessariamente trattarsi di un evento catastrofico ma rappresentare comunque, per la persona che lo vive, uno shock.
Nel post-trauma vi è una frammentazione in diverse lame aguzze dello specchio della realtà, che rischiano di risultare particolarmente taglienti per chi voglia afferrarle da sé nell’imprudente tentativo di ricostituire l’originale trama, senza l’aiuto di un professionista del settore che lo guidi ed assista nel delicatissimo e doloroso compito.
Ma vediamo cosa accade al corpo nell’istante in cui subisce l’evento traumatico. Il trauma ha l’effetto immediato di congelare la persona che lo vive, mentre i suoi tessuti organici immagazzinano la tensione dovuta allo shock. Così, il nostro corpo registra una nuova memoria nei tabulati delle cellule di cui è costituito.
Ogni nostra cellula è infatti un organismo vivente a sé stante, dotato di memoria propria, che al momento del trauma è aggredita da folate di vento artico finendo congelata e sepolta in fondo a lastre di ghiaccio, in quel cimitero segreto e misterioso a cui la personalità ha dato l’appellativo di “sarcofago degli eventi mai accaduti”.
Il ghiaccio sa essere per sua natura duro e ostile, ma anche scalfibile da un agente stressogeno capace di indurre crepe attraverso l’apparente solidità delle lamelle ghiacciate, sino a causarne la rottura, con conseguente esposizione e rivelazione del loro contenuto mortifero.
La mente cosciente non riesce a reggere il peso di questa rivelazione improvvisa ed inaspettata da cui sino a quel momento si era tanto ben difesa e, come risposta, si disgrega.
La nostra vita mentale sceglie la dissoluzione quando viene messa faccia a faccia con uno stimolo simile a quello del trauma originario.
E’ qui che entra in gioco il ruolo, a dir poco fondamentale, della psicoterapia nella gestione del trauma.
La rivista “Psychoterapy and Psychosomatics” ad Agosto 2014 ha pubblicato una ricerca dell’Università Tedesca di Konstanz, nella quale per la prima volta i ricercatori dimostrano che lo stress derivante da traumi può determinare danni a livello genetico che possono essere modificati dalla psicoterapia.
I neuroscienziati tedeschi che hanno effettuato lo studio si sono basati sui risultati di precedenti ricerche che rilevavano una correlazione tra lo stress causato da traumi e un aumento del rischio per molte malattie, compreso il cancro. A livello molecolare, lo stress può infatti sviluppare la carcinogenesi (processo di formazione di patologie tumorali), creando un danno al DNA e ai meccanismi di riparazione del codice genetico.
Al contempo è stato analizzato l’effetto della psicoterapia sui processi di rottura e riparazione del DNA. Il risultato ha evidenziato come la psicoterapia non solo guarisca i sintomi del disturbo post-traumatico da stress, ma favorisca i naturali processi di riparazione del DNA.
Questo è spiegabile anche da diverse ricerche di biologia molecolare come quelle condotte da Bruce Lipton, neuroscienziato e ricercatore alla facoltà di Medicina di Stanford.
Lipton, in base agli studi effettuati sulla clonazione cellulare, ha osservato come le cellule siano controllate dall’ambiente in cui vivono ancor più che dai geni. Dunque non siamo vittime della nostra eredità e abbiamo la possibilità di cambiare la nostra biologia e l’attività genica a seconda di come viviamo nell’ambiente che ci circonda. L’epigenetica è quella scienza di frontiera che ci spiega come la percezione che noi abbiamo dell’ambiente possa modificare i nostri geni fino a permettere di riscrivere il codice genetico.
Appare dunque evidente quale ruolo di primo piano giochi, per il nostro benessere, il modo con cui ogni giorno entriamo in contatto con il mondo. E’ la mente che controlla la nostra chimica. Il nostro comportamento e la nostra genetica. Se modifichiamo le nostre convinzioni, di conseguenza anche la nostra vita cambia, sia a livello fisico che interiore. La forma migliore di guarigione consiste nel modificare le convinzioni “assolute” che abbiamo su noi stessi e sugli altri, portando armonia e amore nelle nostre vite, riappropriandoci in tal modo del potere che ci appartiene per natura.
Si, noi siamo esseri umani molto potenti. Eppure, la nostra mente continua a ripeterci quanto siamo deboli.
Questo è il paradosso; questa la trappola mentale.
A testimonianza di quanto il nostro corpo e la nostra mente necessitino di armonia come nutrimento di base, vi è il lavoro di Emiliano Toso, Biologo Cellulare e Musicista Compositore a 432Hz. Con la sua “Translational Music” , Toso sancisce il connubio tra Biologia e Musica a 432Hz presente in scuole e ospedali di tutto il mondo, come integrazione ad attività didattiche e terapeutiche. La musica, favorendo l’omeostasi cellulare, crea salute ed equilibrio psico-fisico in chi l’ascolta. Come dice lo stesso Toso in una sua intervista : ” Per molti anni ho studiato la biologia, la scienza della vita, come un bambino curioso che voleva capire fino in fondo come funzionava ognuna delle nostre cellule, ognuna dei 50.000 miliardi di abitanti che popolano la nostra comunità di esseri viventi, di cui noi siamo contenitori. Quando ci muoviamo pensiamo di essere un essere vivente, in realtà siamo anche un contenitore di tutti questi esseri viventi che camminano con noi, che vibrano, nascono, muoiono, giocano e addirittura suonano tra di loro; ognuno di loro è uno strumento musicale. Tutte queste cellule che vibrano all’interno del nostro corpo e comunicano in modo così singolare e affascinante, mi hanno sempre dato la possibilità di ringraziare l’Universo di questo bellissimo dono che è il nostro corpo. E’ molto interessante da studiare al microscopio come questa vita, armonia e collaborazione continuamente si formi all’interno del corpo per creare benessere … Ho unito la mia parte più scientifica alla mia passione di comporre musica e da questo è nato il progetto “Translational Music”… Ho accordato il mio pianoforte a 432 Hz, in modo che la musica potesse parlare lo stesso linguaggio della natura e, così facendo, lavorare sulla nostra salute e sul nostro corpo … Significa che gli armonici dello strumento risuonano con il battito della terra, con i suoni del cervello e del DNA, a frequenze più o meno udibili che ritroviamo nella natura … Secondo la nuova scienza, le vibrazioni rappresentano parte dei segnali che la cellula può ricevere e con le quali può cambiare il modo in cui leggere le informazioni contenute nei geni del suo DNA …”.
Dunque abbiamo visto come le cellule del nostro corpo siano suscettibili ad essere modificate, a seconda della “frequenza” a cui le facciamo vibrare. E sta a noi scegliere la giusta frequenza a cui accordare uno degli strumenti più importanti a nostra disposizione : la mente.
Nel caso in cui si sia subìto un evento traumatico che abbia distorto la percezione della realtà, la psicoterapia può fare da tramite per guidare l’individuo verso una nuova via attraverso cui migliorare la percezione di se stesso e del contesto in cui vive. Contribuirà, così facendo, a rigenerare i 50.000 miliardi di cellule che compongono il corpo umano e ne determinano, in ogni istante, la salute psico-fisica.