I GIOVANISSIMI E LA FASE 2: “PREFERISCO RESTARE IN CASA”

Parchi riaperti e la possibilità di incontrare i propri “congiunti” nella fase 2 di questa tragica pandemia da Coronavirus , trova i nostri giovani e giovanissimi a rispondere in un modo che non ci saremmo aspettati.

La risposta inattesa consiste in una sorda apatia che fa da sfondo al quadro dell’umore , mentre quest’ultimo sembra prendere la forma di un riccio ad aculei tesi.

“Preferisco restare in casa”, questa la spiazzante risposta.
Questo il grido di dolore e sfiducia di bambini e adolescenti, che affacciandosi dalla finestra della loro casa non riconoscono più il mondo del pre-coronavirus.

Ora infatti scorgono una realtà grigia molto lontana da quelli che, solo fino due mesi fa, erano i loro sogni e progetti.
Una delle lezioni più importanti che solitamente un bravo insegnante (che sia dunque degno di questo nobile appellativo) cerca di impartire ai giovani, consiste nell’ispirare nei loro cuori e nelle loro menti l’attitudine alla fiducia.

Fiducia in se stessi e nella vita.

Insegnare, tramite atti concreti e non a parole, che la mano della vita sa accogliere, sostenere ed indirizzare lungo il cammino. E che finché esisterà l’attitudine alla fiducia il mondo incuterà meno paura, o meglio i timori (anch’essi maestri di vita) saranno meno terrorizzanti ed invalidanti, sortendo l’unico effetto di migliorarci.
Questo è quello che insegniamo ai nostri figli.

Poi un giorno arriva un ospite sconosciuto, oscuro e pericoloso. Lo chiamano Covid-19 e all’improvviso diviene il nostro nuovo insegnante.
Gli permettiamo infatti di salire in cattedra ad insegnarci la Paura, spodestando la maestra Fiducia.
I primi alunni ad apprendere la nuova lezione sinistra in realtà sono gli adulti, nei cui occhi vediamo la paura riflessa e vibrante più che mai.
Le scuole chiudono, gli amici divengono raggiungibili solo online ed il mondo subisce un arresto.

Ma la fiducia? Dove è finita la fiducia? Si trattava di una menzogna o forse sì fa presto a dimenticare gli insegnamenti a fondamento della natura umana e universale?

Nel dubbio, il giovane si adegua impotente a quegli sguardi ottenebrati dalla paura e alle notizie di morte e povertà.
Passano i giorni, i mesi e questo adeguarsi diviene un nuovo virus ancora più letale del Covid-19, fabbricato stavolta nel laboratorio della rinuncia.

“Preferisco restare in casa”.
Si, perché qui ho creato la mia nuova realtà: la scuola e gli incontri con gli amici avvengono nei pochi metri quadri della mia stanza, attraverso uno schermo.
Oramai sto bene così…. sto… bene.
Almeno credo.
Forse non lo so nemmeno più.
Forse non sento niente.

In neurofisiologia è dimostrato come la ripetizione di un determinato comportamento porti al rinforzarsi della rete neurale sottesa alla realizzazione dello stesso.
La nostra personalità, ad esempio, è fondata sulla ripetizione abituale di pensieri ed azioni che col tempo divengono “nostri”, caratterizzandoci.
Eppure quella che chiamiamo personalità può essere modificata in virtù di una preziosa facoltà del cervello: la plasticità sinaptica neuronale.
Quest’ultima è la capacità del sistema nervoso di modificare l’intensità delle relazioni tra i vari neuroni (sinapsi) , di instaurarne di nuove e di eliminarne alcune. Questa proprietà permette al sistema nervoso di apportare variazioni alla sua struttura e funzionalità in modo più o meno duraturo e dipendente dagli eventi ambientali. Dunque l’esperienza diviene fondamentale in questo processo.

Spiegato ciò, forse risulta più semplice comprendere come due mesi caratterizzati da uno stravolgimento costante e quotidiano dei comportamenti e pensieri abituali, possano modificare profondamente il nostro modo di essere ed esistere nel mondo.

La buona notizia è che, come quella plasticità sinaptica può cambiarci in peggio così può allo stesso tempo riportarci ad essere individui sereni.
Come? Con la volontà di praticare quotidianamente esercizi mirati a riscrivere la paura e lo scoramento emotivo in termini di fiducia e aspettativa postitiva.

I primi a dover incarnare questo nuovo sguardo siamo noi adulti; i nostri giovani ne assorbiranno la luce per osmosi.

Rovesciare la cattedra della paura per far reinsediare la gioia e la fiducia.
Solo così potremo salvarci da questa e da altre pandemie future.
Esercitarsi dunque, ogni istante di ogni giorno, a compiere piccole regolari violazioni alla nostra “sindorme dalla capanna”, che ci relega confinati nella più triste delle carceri: quella a sbarre emozionali.
È possibile creare un Se’ rinnovato modificando l’esperienza esterna.
Questa è indiscutibilmente data dalla volontà di accendere il faro della consapevolezza, dirigendolo con fermezza e decisione verso la nostra prigione mentale, al fine di sfatarne l’illusorietà.

Dott.ssa Alessandra Grillo – Medico Psicoterapeuta

 

Per contattare la Dott.ssa Alessandra Grillo, telefonare al 388.1927587 oppure inviare una mail a:  grilloalessandra@libero.it. Si effettuano visite psicoterapeutiche online anche tramite Skype.

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